48 ore a Piacenza

Il meglio che c’è.

di Silvia Ugolotti

Dove finisce la Lombardia e inizia l’Emilia c’è Piacenza, la più antica colonia latina del nord Italia insieme a Cremona. È lungo la via Francigena, una “terra di passo” come scrisse Leonardo Da Vinci nel Codice Atlantico, simbolo di un’emilianità quasi lombarda.

GIORNO 1

Ore 9.00 – Pasticceria Falicetto
Dal 1985 è un punto di riferimento in città per la maestria artigiana e la cura che Aldo Scaglia mette in ogni cosa che fa. Si trovano i tipici buslanein, ciambelline di Rottofreno, dure e fragranti che un tempo si usava intingere nel vino bianco. È un must il piacerino che fonde le sue radici nei croccantini del 1300 apprezzati anche da Maria Luigia d’Austria.
(www.falicetto.it)

Ore 10.00 – Cattedrale di Santa Maria Assunta
Dopo un percorso attraverso moderne installazioni che rievocano la storia della chiesa e affacci panoramici sulla città, si raggiunge l’apice della cupola affrescata da Guercino, dove si possono ammirare la raffigurazione dei profeti e, nelle lunette, l’infanzia di Gesù.

Ore 11.00 –  Il Duomo
Realizzato tra il 1122 e il 1233, è uno dei monumenti più importanti del romanico padano: marmo rosa fino all’altezza dei tre portali e pietra arenaria nella parte superiore. Ha un grandioso rosone di otto metri e mezzo proprio al centro della facciata romanica. Sul lato sinistro s’innalza, invece, la torre campanaria, alta oltre settanta metri. In cima la statua dell’angelo segnavento è in rame dorato: per i piacentini è l“Angil dal Dom”.

Ore 13.00 – Da Renato
La cucina tipica si assaggia in questa enoteca dietro a piazza Cavalli, in Via Roma 24. Atmosfera informale e d’antan, cantina ben fornita e piatti che dai super classici – pisarei e fasò e anolini ripieni di stracotto in brodo – raccontano anche la contemporaneità, come la faraona ripiena di fichi e pistacchi. La tradizione è interessante anche quando è in grado di rigenerarsi

Ore 15.00 – Galleria Alberoni
È all’interno dell’omonimo collegio. Contiene dipinti, oggetti di arredo sacro e arazzi provenienti dalle abitazioni romana e piacentina del cardinale Giulia Alberoni. Per tutti è un capolavoro il dipinto Ecce Homo di Antonello da Messina: da solo vale il viaggio. È un olio su tavola di rovere dalla tecnica raffinata e la straordinaria intensità
(www.collegioalberoni.it)

Ore 17.00 – Pagine e pagine
Narrativa, enogastronomia, viaggi e una buona selezione di libri dedicati alla città, la libreria Fahrenheit 451 in via Legnano 4 (fahrenheit451piacenza.com) è da sempre punto di riferimento in città. Da Book Bank, invece, si trovano libri usati, rari, antichi e prime edizioni. Ci sono anche una piccola bottega di biscotti e tisane e tavoli minuscoli per una pausa caffè prima di indugiare tra gli scaffali.
(bookbankpiacenza.com)

Ore 19.00 –  Blue Factory Cafè
Ostriche fresche, tartare di pesce e bollicine sono l’aperitivo di questo locale in piazza Torino: interni sobri e un lungo bancone bar per socializzare tra un drink e l’altro.
(bluefactorycafe.it)

Ore 21.00 – Ristorante Castiglia
Dove sorgeva il tempio della cucina piacentina (l’Antica Osteria del Teatro) oggi c’è il ristorante di Paolo Castiglia, giovane chef attento alle materie d’eccellenza italiana e all’equilibrio nel piatto. Un esempio: spaghetti Felicetti, pesto di rucola e lime, calamaro scottato.

(ristorantecastiglia.com)

GIORNO 2

Ore 10 – Piazza Cavalli
C’è una strada che taglia in due il centro storico e fila dritta come una freccia scoccata. Non a caso la chiamano “Strä Drita”. Un tempo era via degli Orefici, oggi è via XX Settembre. Unisce due piazze, simbolo del potere religioso, quella del Duomo, e piazza Cavalli, lo slargo per eccellenza fulcro del potere politico dal XIII secolo, quando fu costruito il Palazzo Gotico per farne la sede del Municipio. In cotto e marmo bianco il palazzo è rimasto incompiuto. La cornice è decorata da archi con le tipiche merlature ghibelline e tre torri, una centrale con la campana e due laterali. All’interno, una sala di 704 metri quadrati è ancora oggi utilizzata per ospitare gli eventi più prestigiosi della città. Realizzata nel XIII secolo, piazza Cavalli deve il suo nome alle statue equestri in bronzo che raffigurano Alessandro e Ranuccio Farnese. Sono opera di Francesco Mochi da Montevarchi e da quasi mezzo secolo poste a guardia del Gotico. Sulla piazza si affacciano anche il palazzo del Governatore e la chiesa di San Francesco che sul lato sinistro porta incisa una scritta – Primogenita d’Italia” – a ricordare che qui, nel 1848, venne proclamata la sua annessione al Piemonte sabaudo.

Ore 11 – Montanari
Coppa, pancetta e salame aprono le danze ai pasti. Per assaggiare i salumi più buoni, il nome di riferimento è Montanari, una salumeria aperta nel 1950. Dietro al bancone il signor Eugenio ha servito per anni prodotti di qualità. Si selezionano materie prime e si lasciano riposare i salumi nella cantina di famiglia, dove maturano senza fretta, con la temperatura e l’umidità adeguate. Ma non è tutto. “Tavoli in bottega” è l’ultimo progetto della famiglia Montanari che accomoda in salumeria i propri ospiti per assaggiare le specialità della cucina.
(salumeriamontanari.it)

Ore 13 – Dispensa dei Balocchi
Cucina di carne e pesce, cotture lente e calibrate. Nel cuore della città, gli interni pieni di luce e di arte si aprono su un dehors per la bella stagione. Capitanato da Elisa e Michele, i piatti sono colorati e freschi. Per il pranzo ottime le Poke di pesce.
(ladispensadeibalocchi.it)

Ore 15 – Galleria Ricci Oddi
Collegata a uno degli spazi XNL, in via San Siro, c’è la Galleria Ricci Oddi. Ospita circa quattrocento opere datate tra il 1830 e il 1930 (da Casorati a De Pisis, Bocchi e Fattori, per citarne alcuni) raccolte dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi. È una galleria dall’essenzialità geometrica, quasi metafisica, che si delinea lungo un percorso organico illuminato dall’alto: sono ventidue le sale (più un salone d’onore) dedicate alle scuole regionali e ai movimenti artistici, come il Novecento italiano, il Simbolismo e la Scapigliatura lombarda. In galleria è esposto anche il celebre olio su tela di Gustav Klimt, misteriosamente scomparso nel 1997 e altrettanto misteriosamente ritrovato dopo due decenni. Il capolavoro del pittore austriaco, Ritratto di Signora, è nel salone d’onore, finalmente visibile al pubblico.
(riccioddi.it)

Ore 16 –  Il quadrilatero delle arti
Arte, design, luoghi ibridi: la città emiliana fa rotta sul contemporaneo e grazie alla sinergia tra pubblico e privato, amplia i propri spazi espositivi, recuperando chiese e palazzi. Ad esempio XNL Piacenza (xnlpiacenza.it>), contenitore polifunzionale restituito alla città per raccontare il presente. Nella ex sede Enel dei primi del Novecento, è un centro in divenire che si modifica nel tempo. Qui musica, teatro, arti visive dialogano tra loro. È all’interno di un quadrilatero culturale, un distretto della contemporaneità artistica. Comprende il Teatro Municipale, il Teatro dei Filodrammatici, il Conservatorio Nicolini e la Galleria Ricci Oddi. Sul lato sud c’è il Complesso Santa Chiara, ex convento, oggi cittadella per studenti con residenze temporanee e un calendario di eventi aperti al pubblico. Sulla facciata incuriosisce e attira gli sguardi il murales dell’artista Tony Cuboliquido. Per finire, la chiesa sconsacrata di Sant’Agostino diventata Volumnia (volumnia.space/en), un elegante luogo di esposizione. All’interno anche il ristorante Io (ioristorante.it), capitano dallo chef Luigi Taglieti: d’atmosfera tra design e antiche pietre la proposta del ristorante prevede un menu che segue il passo delle stagioni: tradizione, modernità e leggerezza sono i veri ingredienti.

Ore 17 – Chiese di San Savino e San Sisto
La chiesa di San Sisto ha origini medievali: fu fondata nell’874 dalla regina Angilberga, moglie dell’imperatore Lodovico il Pio, che vi affiancò un monastero di benedettine di cui diventò badessa nell’882. Per questa chiesa Raffaello dipinse la “Madonna Sistina”. A San Savino, invece, vale la pena visitare la cripta con i mosaici del 1100 d.C che raffigurano i mesi e i segni zodiacali su sfondo a onde marine.

Ore 20 – Suggerimenti
Interni contemporanei, luci soffuse e un menu che cambia ogni giorno, creativo e a sorpresa: improvvisa lo chef
(suggerimentipiacenza.it).

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    Dal 10 febbraio le cure si effettueranno presso il reparto termale dell’Hotel delle Rose (ingresso da via Montepelato 4) con i seguenti orari:

    Lun – ven: 8:00 – 15:00 
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