Laghi, sentieri e sapori: un giorno sull’Appennino Parmense.

Laghi, sentieri e sapori: un giorno sull’Appennino Parmense.

Ti basta poco più di un’ora per passare dalle acque termali di Monticelli all’aria frizzante di 1.250 metri d’altitudine, dove il tempo sembra scorrere più lentamente e la natura regala paesaggi mozzafiato. Sentieri tra faggi e laghi glaciali, rifugi storici, sapori di montagna e vedute che tolgono il fiato: una fuga perfetta da vivere in giornata, senza stress. Scopri l’itinerario, passo dopo passo: un piccolo viaggio che rigenera corpo e mente.

Taglia l’Italia in due, correndo da nord a sud come una spina dorsale. L’Appennino è una cerniera geografica, ma anche un ponte culturale: qui storie, usi e tradizioni si tramandano da millenni. Camminare sui suoi crinali significa immergersi in un silenzio antico, in un paesaggio dove natura e memoria si fondono. Nel tratto tosco-emiliano, la sequenza di cime si estende per oltre 200 chilometri. In provincia di Parma (parcoappennino.it) il paesaggio diventa più aspro e spettacolare: profili selvaggi, borghi rimasti ai margini del tempo, dove la vita conserva un ritmo lento e autentico. Sono luoghi poco toccati dal turismo, che negli anni recenti hanno ritrovato nuova attenzione.
Vale la pena scoprirli, con lentezza e sguardo attento.

Dalle terme all’Appennino in un’ora.

Le Terme di Monticelli sono un punto di partenza strategico per scoprire il territorio con escursioni di una giornata. In poco più di un’ora si passa dall’acqua calda delle piscine termali all’aria frizzante di un lago glaciale, adagiato tra le vette dell’Appennino. Un itinerario perfetto in ogni stagione, semplice da organizzare, che combina natura, movimento e buona cucina.
Dai viali alberati delle Terme si raggiunge Langhirano, dove la strada comincia a salire lungo la Val Parma, seguendo il corso del torrente omonimo. Le colline lasciano spazio ai boschi, i campi ai pendii coperti di faggi. Si attraversano piccoli centri come Corniglio, porte d’ingresso all’alta valle. La distanza è di circa 65 chilometri e il tempo di guida, con andatura tranquilla, è di 1 ora e 20 minuti. L’asfalto si snoda tra curve panoramiche, sempre più strette, fino a raggiungere la conca di Lagdei, a 1.250 metri di quota.

Il Parco dei Cento Laghi.

Siamo all’interno del Parco dei Cento Laghi (parchidelducato.it), un’area protetta di oltre 12.600 ettari che abbraccia la fascia altoappenninica. Da queste quote, nelle giornate limpide, lo sguardo si spinge fino al mare: s’intravede il profilo del Golfo della Spezia e dell’isola Palmaria.
Una fitta rete di sentieri percorre la dorsale, attraversando torbiere, prati erbosi e boschi di faggio. Camminando senza fretta si toccano le cime più alte – come il Monte Tavola e l’Orsaro – e si raggiungono laghi d’alta quota: tra i più suggestivi, il Lago Santo, affiancato dal Rifugio Mariotti, un tempo base partigiana, oggi punto di riferimento per pernottare in camerata e gustare piatti della tradizione.
Il Lago Santo si può raggiungere anche con la seggiovia che parte più in basso, nei pressi del Rifugio Lagdei (rifugiolagdei.it). Da qui si diramano numerosi sentieri e, nel ristorante, si ritrovano sapori genuini e l’atmosfera tipica della montagna. Le poche camere, immerse in un bosco di abeti, offrono quiete e silenzio rari.

Due cammini, una sola meta.

Dal Rifugio Lagdei si può raggiungere il Lago Santo Parmense scegliendo fra due itinerari, entrambi ben segnalati e alla portata di chi ama camminare in montagna. Il primo segue il tracciato del CAI 727, più diretto sale in circa tre quarti d’ora nel cuore della faggeta. L’ombra fitta degli alberi lo rende piacevole nelle giornate calde, mentre in inverno diventa un corridoio silenzioso sotto la neve.

L’alternativa è il CAI 723A, più lungo ma anche più scenografico. Dopo un avvio nel bosco, il sentiero si apre su radure e prati d’alta quota, con vedute sulla Val Parma e sulle cime del crinale. Qui, in primavera, spuntano genziane e gigli martagone, in estate l’aria è tersa e il cielo sembra più vicino.Qualunque sia la scelta, l’arrivo al Lago Santo coincide con la vista del Rifugio Mariotti e con il primo riflesso dell’acqua.

Dal Lago Santo al Marmagna, passando per il Rifugio Mariotti.

A 1.507 metri di quota, il Lago Santo Parmense è il bacino naturale più grande dell’Appennino settentrionale. Si trova ai piedi del Monte Marmagna e misura oltre ottantamila metri quadrati di superficie, con una profondità massima di ventidue metri.
Intorno, boschi di faggio si alternano a praterie di quota e macchie di mirtillo, habitat di rapaci e, nell’acqua, diverse specie di pesci, tra cui trote fario, salmerini alpini, cobiti e scardole. Durante la Resistenza, le sue sponde furono frequentate dai partigiani in transito lungo il crinale; oggi è uno degli snodi escursionistici più frequentati del crinale parmense, collegato a una fitta rete di sentieri che unisce altre valli e bacini glaciali.

Sulla sponda nord-ovest del lago il Rifugio Giovanni Mariotti (rifugiomariotti.eu) è un’istituzione. Costruito alla fine dell’Ottocento, ha attraversato guerre, inverni nevosi e stagioni di alpinismo. All’interno, legno e pietra si mescolano a grandi finestre. In inverno, il tepore del camino accoglie chi arriva infreddolito dal sentiero; in estate, la terrazza affacciata sull’acqua è il luogo perfetto per pranzare all’aperto. La cucina è fedele alle tradizioni dell’Appennino: polenta con funghi, formaggi o salsicce, zuppe di legumi e verdure, paste fresche tirate a mano, salumi e formaggi della valle: porzioni generose, ingredienti locali e un servizio informale ma cordiale restituiscono il piacere genuino della montagna.

Il rientro verso Lagdei può seguire due modalità: a piedi lungo i sentieri che scendono al punto di partenza, oppure in seggiovia; chi invece preferisce proseguire la giornata in quota può imboccare il sentiero che sale al Monte Marmagna: circa un’ora di cammino dal lago, con un dislivello aggiuntivo di 300 metri. La vetta, a 1.852 metri, è uno dei punti panoramici più ampi del crinale: dal Mar Ligure, alle Alpi Apuane.

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