Viaggiare, percorrere, scandagliare, scoprire, tracciare, descrivere. Ecco le parole che ci indicano la rotta. Il viaggio fa bene, ci trasforma e ci fa crescere facendoci uscire dalla comfort zone. Nelle sue fasi (partenza, percorso e arrivo) rende l’idea della ciclicità della vita e del suo dinamismo. Il viaggio è, quindi, un’esperienza interiore dell’individuo che richiama la circolarità della vita. È conoscenza, ricerca e esplorazione. Come dice Eric J. Leed “è il motore stesso della storia umana”. Non ha importanza il posto verso cui si parte o il numero di viaggi, ma è importante essere un viaggiatore consapevole, aperto alla scoperta e all’imprevisto. Siamo fatti di ciò che abbiamo visto e conosciuto.
Tra le sfide che il turismo deve affrontare una delle più stimolanti è quella dei cosiddetti “Millennials”. Esperienza e autenticità sono le parole chiave della loro filosofia di viaggio: parole d’ordine da tempo utilizzate nelle strategie turistiche di ogni destinazione. Esperienze personali, a contatto con la cultura, libere da itinerari prefissati e must-see-places. Ancor meglio se in destinazioni non ancora toccate dall’overturism.
Un’altra parola chiave è quella delle vacanza detox, lontana da smartphone e social. Il sovraccarico dell’era digitale porta i viaggiatori a desiderare momenti di totale distacco dalla tecnologia scegliendo vacanze che permettono di tornare in contatto con luoghi e persone, a favore del benessere mentale.
Tra le alternative più richieste ci sono i viaggi in solitaria, il forest bathing, il turismo del sonno e i viaggi all’insegna della consapevolezza che rispettano i luoghi e le comunità di destinazione.
Una variante interessante è costituita dal gig-tripping, ovvero il viaggio costruito intorno a una passione, che può essere lo sport ma anche la musica. Il viaggiatore programma la sua vacanza in base al torneo della sua squadra o il tour della band.
Si chiama, invece, main character energy, la tendenza a ispirarsi alla serie tv di successo: Napoli è stata raggiunta da migliaia di persone grazie a “Mare fuori”, mentre Taormina è stata raggiunta dagli appassionati di White Lotus: le ricerche online degli americani per gli hotel a Taormina sono aumentate del 50% dopo la trasmissione dell’ultimo episodio.
E poi c’è il monk mode, che prende spunto dallo stile di vita anti-tecnologia dei monaci e si fonda su consapevolezza, minimalismo e dedizione, consentendo alle persone di concentrarsi su un obiettivo senza distrazioni.
Più alla portata di tutti l’hobbyday unisce la vacanza all’hobby preferito, la cucina come la fotografia, la pittura o il giardinaggio. All’espressione anglosassone give back, corrisponde un’etica di turismo sostenibile per minimizzare l’impatto sull’ambiente, ma anche sulle comunità locali. Il concetto, sempre più adottato nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa, traduce il valore della “restituzione” attraverso azioni concrete.
Qualunque sia la tendenza, l’obiettivo è lo stesso: partire in un modo e rientrare diversi. Come scriveva Alphonse de Lamartine, “non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato e che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”.